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Dare un futuro alla grappa

Updated: Mar 26, 2021

Bruno Pilzer (Distilleria Pilzer) - Paolo Brunello (Distilleria F.lli Brunello)




Quale futuro può avere il nostro distillato nazionale? Ne parliamo con due distillatori con una interpretazione diversamente critica.


«'Fare grappa' è un mestiere antico che fa parte delle nostre tradizioni. Fare grappa oggi, con le innovazioni della tecnologia, la formazione, la qualità delle materie prime di cui si ha conoscenza e perché no, la condivisione dell’esperienza di noi distillatori tradizionali, apre un mondo di opportunità ai nuovi distillatori di oggi di rendere attuale, fresca e giovane la 'nostra grappa'.» Bruno Pilzer

Relatori


Bruno Pilzer gestisce, insieme al fratello Ivano, la distilleria di famiglia Pilzer. Siamo in Trentino, a Faver nel cuore della Valle di Cembra, conosciuta come valle di distillatori più o meno regolari. Qui il padre Vincenzo decise nel 1956 di avviare la distilleria, non fu una impresa facile ma alla fine gli sforzi vennero premiati. Nel 1983 Bruno diede nuova spinta all’innovazione con coraggio rivoluzionario sia nella distilleria che nelle Grappe.

Collabora da tanto tempo con la Fondazione Edmundo Mach di San Michele all’Adige, prima come analista, poi nella gestione della distilleria della Fondazione e recentemente anche come docente nel corso di alta formazione.

È stato recentemente nominato Presidente dell’Istituto di Tutela della Grappa del Trentino. Pilzer rappresenta una delle tradizioni distillatorie trentine con un’azienda tra le più vecchie della provincia. Il primo obiettivo da realizzare sarà quello della promozione e della valorizzazione della grappa trentina non solo a livello nazionale, ma anche mondiale. «L’idea – spiega Pilzer – è quella di diventare un modello di ‘grappa turismo’, così come da sempre esiste nel vino, il tutto sfruttando da un lato il know how di tante distillerie che già da anni lo stanno facendo, con l’obiettivo di creare un percorso emozionale alla scoperta della grappa trentina che a differenza di altri distillati internazionali può contare su storie di persone e di territori tutte diverse tra di loro».

Paolo Brunello, è socio titolare di quella che a tutti gli effetti è la più antica distilleria artigianale d’Italia, la Fratelli Brunello, condotta sempre dalla stessa famiglia e attiva a Montegalda (Vicenza) dal lontano 1840, 180 anni appena compiuti e celebrati con un prestigioso imbottigliamento.

Come responsabile commerciale dell’azienda è da sempre critico verso una legislazione che consente di denominare come “distilleria” una qualsiasi realtà che operi ad alambicchi accesi o – indistintamente – come semplice liquorificio. Il riuscire a comunicare gli enormi sforzi di chi lavora in modo davvero artigianale non è mai stata una impresa semplice e questo Paolo lo ha imparato sulla propria pelle.

È stato tra i promotori della rassegna autunnale Distillerie Aperte, iniziativa oggi controllata dalla Camera di Commercio di Vicenza e che, dopo oltre 20 anni di crescenti successi, è messa in difficoltà dal Covid. Migliaia di visitatori, centinaia di degustazioni e tour, con parecchi appassionati provenienti anche da fuori regione; la ricetta perfetta per comunicare arte e famiglia ed avvicinare sempre più il consumatore al distillato come autentica espressione del territorio.


 

La Conferenza Craft Distilling Italia 2020, 28 ore di contributi dei protagonisti della distillazione artigianale italiana e mondiale, è disponibile su craftdistilling.it.

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