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Il modello dei distillatori del Südtirol e il confronto con i vicini paesi alpini

Updated: Mar 26, 2021

Martin Aurich – Distilleria Unterortl - Castel Juval.




Quanto l’arte diffusa della distillazione e le leggi dell’Impero Austro-Ungarico hanno condizionato il panorama italiano della distillazione


Da azienda agricola a micro distilleria artigianale, questa è la grande opportunità che hanno colto e portato avanti i distillatori del Sudtirol grazie alla licenza forfettaria e alle modifiche apportate al Testo Unico.

Relatore


Martin Aurich, originario di Berlino, si trasferisce in Italia a metà anni 80 e fonda nel 1992 con il proprietario Reinhold Messner l’Azienda Agricola Unterortl – Castel Juval. Ascoltando il consiglio di un prestigioso amico enologo / distillatore, si rende presto conto che l’attività della sua piccola e preziosa azienda agricola poteva essere completata e divenire più redditizia solo con l’avviamento di una distilleria.

Siamo in Alto Adige, in Val Venosta, a pochi chilometri dal confine con l’Austria dove fumano 90.000 piccoli alambicchi che lavorano di tutto, dalle vinacce alla frutta. Questa radicata passione verso la distillazione è riuscita, seppure in modo flebile, a superare il confine e a sbarcare nel Sud Tirol dove oggi si contano circa 50 distillerie artigianali attive. Nel 2003 nasce l’Associazione dei Distillatori Artigianali dell’Alto Adigewww.distillatoriartigianali.it – associazione di cui Martin è presidente.

Già ai tempi della monarchia austriaca venivano assegnate alle distillerie delle licenze forfettarie per la distillazione, in modo tale che lo Stato potesse supervisionare la produzione di un massimo di 300 litri di alcool puro all’anno destinati soltanto al proprio fabbisogno. Dopo la Grande Guerra, con l’annessione dell’Alto Adige all’Italia nel 1918 sono stati mantenuti questi diritti di distillazione contadini – anche se sono stati sviluppati solo in tempi recenti, inseriti nel Testo Unico e conseguentemente estesi a tutto il territorio nazionale. Metabolizzato che la quantità di 300 litri era sì compatibile con i consumi del passato (per la quantità bevuta pro capite e per la dimensione delle famiglie) ma che rischiava di nascondere un commercio illecito in tempi più recenti, è sempre qui in Alto Adige che viene concessa la possibilità a queste micro-distillerie di poter commercializzare i propri prodotti.


 

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